Lino Zabbeni... il nostro
decano
Clicca sulla fotografia per
ingrandire
Il nostro decano: Lino
Zabbeni
Lino Zabbeni
è nato a Vobarno il 30/8/1932. Trasferitosi all’età di 3 mesi a Napoli
dove il padre si era trasferito per lavoro tornò a Vobarno
nell’immediato dopoguerra. Nel 1946, giovanissimo, entrò nella banda a
suonare la cornetta. Il servizio militare lo svolse a Taranto, nella
Marina, dal 1952 al 1954 dove fece parte della Banda Militare della
Marina. Sposato, una figlia, Flavia, anch’essa musicante clarinettista
nella banda, è da sempre attivo nella comunità vobarnese in attività di
servizio e volontariato. All’interno del Corpo Bandistico Sociale ha
ricoperto a lungo la carica di consigliere e di Capobanda.
Cosa ricordo di lui?
Sono nella banda da trent’anni e quindi conosco Lino da trent’anni, il
“bianco” così ce lo presentavano per la sua caratteristica di avere
capelli talmente biondi da essere quasi bianchi. E tanti, a Vobarno ma
anche tra le altre bande della zona, forse non sanno che il suo cognome
è Zabbeni. Così è stato anche per me. Il mio Capobanda. Il rapporto si
è man mano sviluppato quando, giovanissimo, sono entrato a far parte
del
Consiglio direttivo come membro dei giovani. Ho imparato ad apprezzarne
l’integrità morale, il senso del dovere che
ancora oggi lo porta a non mancare mai ad una prova o ad un servizio.
Anzi quando manca corre subito la preoccupazione al suo stato di salute
o a quello della moglie alla quale è legatissimo. Negli anni ottanta,
in momenti particolarmente difficili per tutte le bande, ha saputo dare
il suo rapporto per ricucire fratture, senza mai mettersi in prima
fila, ma svolgendo sempre il suo ruolo di musicante appassionato e
consigliere per i più giovani. Quando si propose un nuovo capobanda, un
giovane promettente della banda, seppe dare il suo convinto parere per
il bene della banda.
Ora lo vediamo suonare la sua nuova tromba,
regalo della figlia, in guanti bianchi per non rovinarla.
Nel 2006, durante il concerto per Santa Cecilia l’abbiamo ringraziato
per i suoi 60 anni di banda con una megatorta e con tutto l’affetto del
quale siamo capaci. Ecco, fra trent’anni vorrei essere come lui.
Gilberto Salvi